Era il 2010 0 il 2011 tra gli stands del Vinitaly quando fui preso sottobraccio da Pasquale Porcelli per andare ad assaggiare un vino particolare. E se Pasquale ti vuol portare da qualche parte in un luogo di vini – mi dissi – non serve domandare, sicuramente ci sarà un ottimo prodotto o un produttore sopra le righe, o magari entrambe le cose.

Così, lasciate alle spalle le bollicine, scendemmo a Sud in quella regione che ha dato il nome alla Nazione, la bella Calabria.
Sembra una amara beffa, anzi lo è: la Calabria al Vinitaly è molto più facile da raggiungere rispetto alla realtà, in cui il suo isolamento (autostrada, treni, aerei) ormai puzza di artificiosa beffa a danno di una meravigliosa regione e dell’intero Sud.

In quell’occasione ho conosciuto Roberto Ceraudo ed avuto modo di provare i suoi vini, tra cui il Grisara, 100% Pecorello bianco, che ho ribevuto qualche giorno fa pescando dalla mia cantina una bella bottiglia del 2011.

GRISARA
Uvaggio: PECORELLO 100%
VAL DI NETO IGT Bianco
Zona di produzione: Colline di Strongoli
Altitudine: 60-100 ml. S.l.m.
Esposizione: Sud-Est
Sistema di allevamento: Spalliera a cordone speronato.
Età dei vitigni: 20 anni
Produzione per Ha: 50 quintali
Gradi alcolici: 13.5%.

Nel bicchiere si presenta di un bel colore tra il giallo paglierino e l’oro scarico, di bellissima brillantezza e pulizia. La rotazione mostra tutto il peso e la densità di questo vino.

Il naso è avvolgente, elegante ed accattivante, ad ogni inspirazione aggiunge un ricordo. Note di fiori, di frutta dolce e gialla, millefiori, un po’ di pasticceria, una leggera pietra focaia e poi speziatura agrumata e salsedine.

La bocca è densa, carnosa, quasi cremosa di un caldo avvolgente, convivono dolcezza e una eccezionale sapidità, donandoci un sorso pieno, di grande soddisfazione, dove uno ad uno sono puntuali e presenti  tutti i sentori già sentiti dal naso.

Viene da chiedersi come reagirebbe ad un ulteriore passare del tempo. Ma oggi, nel 2014, questo vino lo definirei un gran bel vino con la V maiuscola.
Un sorso per nulla scontato, un’altra perla enologica calabrese.

E dispetto della ortodossia del servizio, l’ho trovato estremamente interessante ed elegante a temperature ben maggiori delle solite.

Per rispetto al lettore e per giusta cronaca ammetto di non essere stato fisicamente nella sua azienda, per cui per chi vuol approfondire invito a consultare il link aziendale: http://www.dattilo.it dove troverete notizie non solo sulla loro viticultura biologica, sui loro uliveti ed agrumeti, ma anche sulla ospitalità e ristorazione.